Laboratorio di Topeng a Roma

10 Nov
Tari Topeng Cirebon, or mask dances of Cirebon.
Letteralmente topeng significa “qualcosa di premuto contro (il viso)”, ma la parola non traduce “maschera” nel senso dell’oggetto di legno scolpito e dipinto, che in quanto tale si chiama tapel. Esistono infatti molte altre maschere nel teatro di Bali, che non sono assimilabili né possono essere mescolate a quelle del Topeng, le quali invece, associate all’Arja (la cosiddetta “opera” balinese), danno vita al Prembon. Questa contaminazione moderna, assai in voga oggigiorno, segue l’evoluzione e le mode del gusto popolare: accanto a caratteri del Topeng troviamo dunque giovani cantanti/danzatrici con i loro virtuosistici ed acuti gorgheggi, in un’atmosfera dove la farsa prende presto il sopravvento sul dramma. Anche gli spettacoli per i turisti reclamano spesso il loro assaggio di Topeng: capita allora di trovare qualcuna delle sue danze infilata in programmi “antologici” di rapido consumo.

7,8,9,10,11, gennaio 2008 Roma

L’ATTORE E LA MASCHERA

Laboratorio teatrale con le maschere del Topeng di Bali

condotto da Enrico Masseroli

Nessuno si stupisce di trovare nei nostri teatri interpreti orientali cimentarsi con successo nella lirica o nel balletto. Ma se sono occidentali a farsi interpreti di culture sceniche orientali? Nel 1931 a Parigi i balinesi incantarono con il loro teatro la critica europea. La recensione di Antonin Artaud divenne uno dei manifesti emblematici della ricerca teatrale moderna.

Enrico Masseroli, attore e regista “europeo”, di quel teatro di ricerca che ha cercato in Oriente la necessità del suo essere, l’autonomia del proprio linguaggio. Vent’anni or sono ha iniziato lo studio del teatro balinese con il celebre Maestro I Made Djimat, partecipando in seguito a spettacoli e cerimonie. In Europa danza con i gamelan Cara Bali di Monaco e Anggur Djaya di Basilea. Attualmente presenta (purtroppo in Italia con la musica registrata) uno spettacolo con le maschere tradizionali del topeng, con i dialoghi in versione italiana. Ha utilizzato maschere ed elementi del teatro balinese in alcuni spettacoli di Teatro di Strada proposti dal suo gruppo “The Pirate Ship” (Il vascello pirata).

Premessa: per essere attore è necessario svestirsi della propria identità privata. La recita di se stessi appartiene alla vita quotidiana. Sulla scena si pretende viva un altro essere: personaggio, carattere, doppio… poco importa come si chiami.
Indossando una maschera, il principale riferimento alla persona privata, il volto, è occultato. Il problema sembrerebbe così evitato in partenza. Non è vero, una maschera non si appoggia su di un corpo vivo come si appende al muro. La vita che contiene, la sua identità, deve essere animata. Chi è che mi schiaccia il viso? (topeng significa letteralmente "premuto contro").  Da dove viene, quali storie l’hanno attraversata, come si muove, che cosa può e che cosa deve fare?
Il laboratorio procede dalla morfologia del teatro/danza balinese e dalla sua espressione nel Topeng, genere drammatico i cui personaggi sono rappresentati da raffinate maschere di legno. I loro movimenti spaziano dalle stilizzate posture e i precisi passi di danza dei nobili, alla libertà sfrenata goduta dai buffoni.
Non si tratta però di trasmettere solamente forme e stili del teatro di Bali, bensì di trovare gli elementi universali e per noi viventi delle sue maschere: lo spirito del carattere, il suo respiro, la composizione della partitura fisica, la deformazione grottesca, i lazzi comici, i tempi e i modi dell’improvvisazione strutturale….. Inseguire, o meglio aspettare, Taksu, come i balinesi chiamano il potere dell’ispirazione, dell’abbandono ad un’energia superiore.
Infine scoprire insieme come gli stessi principi teatrali, trovino riscontri e applicazioni in altre forme e tradizioni, con altre maschere.

Programma di lavoro:

    • Tirocinio tecnico, per la padronanza del proprio corpo, conoscere le sue articolazioni, acquisire elasticità e prontezza.
    • La morfologia del teatro balinese: posture, passi ed unità corografiche maschili e femminili, la dialettica espressiva keras / manis (forte-duro / dolce-delicato), struttura ritmica e musicale
    • Baris, la danza del guerriero, base propedeutica al Topeng ed esempio di composizione coreografica e della sua relazione con la musica.
    • Improvvisazione strutturale, studio del personaggio e del carattere, sia con maschere di Bali, sia d’altra provenienza, che i partecipanti, se ne hanno, sono invitati a portare.

    Iscrizioni e info 06.45477049 info@laboratoriumteatro.it

    -Questo laboratorio mi è stato consigliato da una cara amica, la quale vi ha partecipato l’anno socrso…con commenti positivi e anche divertiti! Accolta come proposta interessante inoltro a tutti voi l’invito a parteciparvi-

2 Risposte to “Laboratorio di Topeng a Roma”

  1. eretina novembre 11, 2007 a 9:08 PM #

    Recitare con delle maschere, danze, posture, esercizi coreografici!
    Bè, deve essere un corso affascinante, anche se non saprei, a dire il vero, il mio grado di sopportazione nell’indossarne una.
    Sarebbe una bella sfida! Segnalerò questo corso ad un’amica di Roma, grazie!

  2. facc8 novembre 13, 2007 a 3:57 PM #

    Un salutone balinese

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