Tari Topeng Cirebon, or mask dances of Cirebon.
Letteralmente topeng significa “qualcosa di premuto contro (il viso)”, ma la parola non traduce “maschera” nel senso dell’oggetto di legno scolpito e dipinto, che in quanto tale si chiama tapel. Esistono infatti molte altre maschere nel teatro di Bali, che non sono assimilabili né possono essere mescolate a quelle del Topeng, le quali invece, associate all’Arja (la cosiddetta “opera” balinese), danno vita al Prembon. Questa contaminazione moderna, assai in voga oggigiorno, segue l’evoluzione e le mode del gusto popolare: accanto a caratteri del Topeng troviamo dunque giovani cantanti/danzatrici con i loro virtuosistici ed acuti gorgheggi, in un’atmosfera dove la farsa prende presto il sopravvento sul dramma. Anche gli spettacoli per i turisti reclamano spesso il loro assaggio di Topeng: capita allora di trovare qualcuna delle sue danze infilata in programmi “antologici” di rapido consumo.
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7,8,9,10,11, gennaio 2008 Roma L’ATTORE E LA MASCHERALaboratorio teatrale con le maschere del Topeng di Balicondotto da Enrico Masseroli Nessuno si stupisce di trovare nei nostri teatri interpreti orientali cimentarsi con successo nella lirica o nel balletto. Ma se sono occidentali a farsi interpreti di culture sceniche orientali? Nel 1931 a Parigi i balinesi incantarono con il loro teatro la critica europea. La recensione di Antonin Artaud divenne uno dei manifesti emblematici della ricerca teatrale moderna. Enrico Masseroli, attore e regista “europeo”, di quel teatro di ricerca che ha cercato in Oriente la necessità del suo essere, l’autonomia del proprio linguaggio. Vent’anni or sono ha iniziato lo studio del teatro balinese con il celebre Maestro I Made Djimat, partecipando in seguito a spettacoli e cerimonie. In Europa danza con i gamelan Cara Bali di Monaco e Anggur Djaya di Basilea. Attualmente presenta (purtroppo in Italia con la musica registrata) uno spettacolo con le maschere tradizionali del topeng, con i dialoghi in versione italiana. Ha utilizzato maschere ed elementi del teatro balinese in alcuni spettacoli di Teatro di Strada proposti dal suo gruppo “The Pirate Ship” (Il vascello pirata). Premessa: per essere attore è necessario svestirsi della propria identità privata. La recita di se stessi appartiene alla vita quotidiana. Sulla scena si pretende viva un altro essere: personaggio, carattere, doppio… poco importa come si chiami. Programma di lavoro:
Iscrizioni e info 06.45477049 info@laboratoriumteatro.it -Questo laboratorio mi è stato consigliato da una cara amica, la quale vi ha partecipato l’anno socrso…con commenti positivi e anche divertiti! Accolta come proposta interessante inoltro a tutti voi l’invito a parteciparvi- |
Recitare con delle maschere, danze, posture, esercizi coreografici!
Bè, deve essere un corso affascinante, anche se non saprei, a dire il vero, il mio grado di sopportazione nell’indossarne una.
Sarebbe una bella sfida! Segnalerò questo corso ad un’amica di Roma, grazie!
Un salutone balinese