28 Apr

Della spontaneità…finalmente

"La spontaneità opera nel presente, nel qui ed ora; essa stimola l’individuo verso una risposta adeguata ad una situazione nuova o a una risposta nuova ad una situazione già conosciuta."

Nell’atto concreto la spontaneità e la creatività sono intimamente fuse. Se manca lo stato di spontaneità, la creatività rimane inerte, nascosta, qualunque sia la sua entità potenziale. L’atto privo di spontaneità è l’atto meccanico, ripetitivo, riflesso, stereotipo; atti di questo genere sono propri della macchina, del robot, del computer. La spontaneità coinvolge, con ritmi diversi, tutti gli esseri viventi ed è l’elemento che ha permesso l’evoluzione della vita dalle forme primordiali a quelle più evolute.

La spontaneità stimola a trasformare la realtà, a rompere gli schemi, ad evitare tallizzazioni; essa comporta di affrontare i rischi del cambiamento. Ed è pertanto in contrasto con la tendenza alla conservazione rassicurante riscontrabile in ogni organismo sia individuale che sociale. J.L Moreno

Il video è un frammento di "The cost of living" DV8 physical Theatre

14 Risposte to “”

  1. isher aprile 28, 2008 a 4:35 PM #

    … essere spontanei, vivere spontanei vuol dire far respirare la nostra anima e non aver rimpianti.
    Ciao

  2. ale20025 aprile 28, 2008 a 4:50 PM #

    Ogni volta che non segui la tua guida interiore, senti una perdita di energia, di potere, un senso di morte spirituale.

    Baci
    Alex

  3. actorproglab aprile 28, 2008 a 7:59 PM #

    Spontaneità …essere vero.E secondo me è molto sottile ,e forse letterale.il confine sottile tra spontaneità ed esteriorizzazione caotica della propria interiorita..e mi si dirà :”il problema sta alla base,perchè se l’impulso e esteriorizzare il proprio inconscio piu o meno represso,se quello è vero sarà comunque spontaneo”…
    Si ok…ma quello che voglio dire è che nella spontaneita,o meglio la spontaneità sottointende un intenzione.
    E con piacere ci rivediamo un pezzetto dei DV8… 🙂 Bravissimi…
    Ciao V. e buon lavoro..

  4. trofimov aprile 29, 2008 a 9:15 am #

    Sappiamo ancora poco della spontaneità costretti come siamo dall’educazione scolastica a reprimerla. Per Keith Johnstone, autorità internazionale nel campo dell’improvvisazione, si riesce ad essere più creativi quando crediamo di essere dei ripetitori invece che creatori. Oggi questo sembra un paradosso. A scuola ci hanno insegnato che l’arte è originalità o non è. E nelle produzioni artistiche tutti i principianti cercano di essere il più possibile innovativi ed originali. Siamo, in fondo, tutti alla ricerca di quel qualcosa che ci distingua, che ci renda unici ed inimitabili. Legato a questo è la concezione dell’arte come espressione di sé. In tantissimi ambiti sentiamo spesso questo ritornello: faccio questo o quell’altro perché “voglio esprimere me stesso”. E, com’è ovvio che sia, siamo pronti a censurare tutto ciò che crediamo essere osceno o non interessante o psicotico per il nostro pubblico. Questa concezione è relativamente nuova. E’ figlia del genio romantico. Per la maggior parte della storia dell’uomo gli artisti si sono ben guardati dall’ “esprimere se stessi”.

  5. AlessandroBoh aprile 29, 2008 a 11:46 am #

    Beh, dicono che cominciare con un sorriso la giornata sia positivo… qualche anno fa girarono un videoclip, non so chi, credo i fat slim boy, con persone comuni che improvvisavano balli e movenze, niente di coreografico o professionale ma notevole per impatto emotivo

  6. TEATRODELUXE aprile 29, 2008 a 2:36 PM #

    Isher-
    esattamente lo stesso accade nella recitazione…quando dimentico il respiro appaio pesante e finta…ciao a te…

    Alex-
    penso sia importante riuscire ad individuare quando questo accade…
    anche se può essere doloroso accettarlo…Smack

    Actor-volevo porre una riflessione su questo concetto, sottilissimo come da tua definizione…
    l’intenzione può essere sottintesa però non è detto debba essere il motore dell’azione…dipende.
    In teatro la spontaneità è un argomento molto discusso e contorverso…ad ognuno il proprio approcio…anche a me piace da morire mi fa venire voglia di ballare!!!! Buon lavoro anche a voi..

    Trofimov-
    Molto interessante il tuo commento…se ho ben capito la ripetizione genera la creatività,
    beh, il concetto per quanto mi riguarda è condivisibile…non faccio altro che ripetere azioni, frasi, note…e a volte qualcosa di inaspettato compare! Mi farebbe piacere la tua presenza per le date del mio nuovo spettacolo….chissà cosa potrebbe scrivere la tua mente arguta!???
    Il mio motto è partiamo da se stessi….vedi te…

    Alessandro-
    Sorriso finto o spontaneo?
    Beh…cambia…sia l’effetto esteriore che quello interiore…son curiosa ora vado a cercare questo video di cui parli…grazie

    -A tutti un caloroso abbraccio-Vera

  7. asileday aprile 30, 2008 a 2:28 PM #

    e sempre mi emoziono.

  8. TEATRODELUXE aprile 30, 2008 a 6:53 PM #

    Asileday ben tornata era un pò che non vedevo la tua faccina occhialuta…:) contenta di averti emozionato un pò proponendo questo video!

  9. daidalos28 aprile 30, 2008 a 8:00 PM #

    Mi è venuta in mente la scrittura di scena di Carmelo Bene. E i ‘guasti’ che si procurava sulla scena per mettersi di fronte alla necessità di reagire improvvisando

  10. trofimov Maggio 1, 2008 a 8:51 am #

    Sul rapporto tra ripetizione e creatività al quale ho fatto riferimento nel mio precedente commentoavevo scritto un post qualche tempo fa.

  11. facc8 Maggio 2, 2008 a 8:12 am #

    Annoso tema la spontaneità sulla scena.
    Grandiosi i DV8 (“The cost of living” è strepitoso).
    La loro spontaneità viene da una lunghissima attività di training, che permette loro di mettere in scena emozioni con massimo impatto emotivo, presentandole come semplici atti spontanei.
    La punta dell’iceberg: dietro c’è la montagna del loro lavoro opportunamente nascosto.
    Mi viene in mente la spontaneità nell’improvvisazione della Commedia dell’arte: sulla scena battute estemporanee e gesti apparentemente quotidiani.
    In realtà ciò che lo spettatore vede è un montaggio estemporaneo di sequenze sceniche metabolizzate per anni dall’attore.
    La spontaneità sulla scena è un duro lavoro di costruzione.
    Altrimenti ci ritroviamo la “spontaneita” alla Silvio Muccino.
    Un cesso.

    Un abbraccio

  12. TEATRODELUXE Maggio 2, 2008 a 5:50 PM #

    Hey Daidalos accolgo la tua associazione mentale a braccia aperte….mi citi un uomo di teatro ammirevole…!!!

    Grazie Trofimov, è piacevole scoprirsi a riflettere sulle stesse tematiche…

    Ciao Carissimo!!!! Ho visto che stai organizzando un nuovo viaggio…
    Lo so, è un tema annoso, ma in questo periodo mi tocca particolarmente.
    Si, esattamente la punta di un iceberg, dici bene…fatto è che non vedo così spesso in scena tale spontaneità fatata anche se alla base vi sono innumervoli ore di training.
    Io penso sia una ricerca inidspensabile per un attore/danzatore/regista ecc…
    ma immagino che ci siano persone con altri punti di vista sull’argomento.
    Io parto da un presupposto molto banale ed è ciò che provo come spettatrice….

    Baci a tutti Vera

  13. anonimo Maggio 3, 2008 a 12:36 PM #

    Donare tempo alla spontaneità del mio presente..è a volte un lusso!
    Ti bacio e ti confermo che sarò fra il pubblico “PRESENTE” della prima setata al Collatino!
    a presto De Luxe
    Vanja Y

  14. TEATRODELUXE Maggio 3, 2008 a 3:03 PM #

    Vanya che bello ritrovarti!So che hai avuto dei problemi di connessione negli ultimi tempi…spero abbia risolto!
    Immagino che il tuo lavoro non permetta molto spesso queste “donazioni”!….
    carissima ti aspetto per un caloroso abbraccio….
    a presto Vera Deluxe

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